Dalla Scapigliatura al Divisionismo. La Modernità da Galleria Bottega Antica


La Galleria Bottegantica ospita la mostra “Dalla Scapigliatura al Divisionismo. Le origini della Modernità” fino al 30 maggio. 

Trenta opere che ripercorrono il periodo che, dagli anni Settanta fino alla fine dell’Ottocento, ha visto nascere un nuovo linguaggio artistico, libero dall’accademismo e portavoce dei cambiamenti culturali e sociali dell’epoca. 

L’esposizione si apre con le opere di Traquillo Cremona (“La lettera” e “Il ritratto di Vittore Grubicy”), Daniele Ranzoni (“La Maddalena” e “Il ritratto della Signora Giovanna Schlosser in Schonenberg), Mosè Bianchi (“Neve a Milano” e “La dama col pappagallo”): pittori che diedero corpo nelle loro opere a una stesura quasi impalpabile, preludio delle ricerche sulla luce del Divisionismo, movimento che pose una maggior attenzione ai contenuti e alla rappresentazione del vero, integrando sia le istanze simboliste che quelle sociopolitiche dell’epoca. 



Alla Galleria sono esposte le opere di alcuni dei principali autori divisionisti: Giovanni Pellizza da Volpedo (“L’amore nella vita”, pannello sinistro del pentittico), Carlo Fornara, Angelo Morbelli (“Alta montagna”), Vittore Grubicy De Dragon, Giovannnni Sottocornola e Emilio Longoni (“La voce del ruscello”, riproposta dopo decenni di assenza). 

 La maggior parte delle avanguardie del XX secolo sono debitrici del Divisionismo, tra questi i futuristi come Balla, Boccioni, Carrà e Severini che adottarono la tecnica della separazione del colore per esprimere la dinamicità del movimento nelle loro opere. 

 @Stefania Cappelletti

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