Il Primato del Disegno. A Brera i Disegni dei Grandi Maestri. Dai Primitivi a Modigliani.



 Dal 28 aprile fino al 19 luglio la Pinacoteca di Brera ospita la mostra “Il Primato del Disegno. I disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani”. L’esposizione raccoglie opere su carta provenienti sia dal poco conosciuto ma ricchissimo Gabinetto di Disegno dell’Accademia di Belle Arti sia da importanti collezioni italiane e straniere: dal Louvre, dall’Albertina di Vienna, dal Metropolitan Museum, dalla Morgan Library e dagli Uffizi di Firenze. La rassegna pone a confronto i disegni preparatori con le opere su tela per garantire una migliore comprensione della genesi di un dipinto, il pensiero che lo struttura, le tecniche adottate, gli studi effettuati. Ordinata cronologicamente, l’esposizione inizia con la presentazione delle opere dei pisanelliani e di Stefano da Verona, esponenti delle scuole pittoriche italiane, e con il Rinascimento veneto, rappresentato dalle opere di Mantegna, Giovanni e Gentile Bellini, per il quale il disegno era uno strumento fondamentale per indagare a fondo la natura. La sezione successiva è dedicata a Leonardo e ai Leonardeschi che fondarono a Milano una vera e propria scuola del disegno che venne arricchito di valori quasi cromatici, di sfumature e di effetti luministici.

   

Si possono inoltre ammirare le opere, tendenti alla geometrizzazione, di Bramantino, Gaudenzio Ferrari e Bernardino Lanino. Ė possibile vedere l’unico disegno preparatorio per “Lo sposalizio della Vergine” di Raffaello, proveniente da Oxford, e confrontarlo con opere dei raffaelleschi e dei manieristi come il Parmigianino e Salviati giungendo fino alle forme pittoriche del tardo Cinquecento che si completano con le opere di Tintoretto e di Paolo Veronese, di Luca Cambiaso e dei Campi, maestri del realismo più naturale. 

 A rappresentare il Seicento le opere di Giuseppe Maria Crespi, Londonio, Piazzetta, Canaletto e Guardi, esponenti della “pittura di carattere” e del vedutismo. Le opere di Giuseppe Bossi e di Andrea Appiani (per il quale sono messi a confronto un affresco strappato e il disegno preparatorio corrispondente) presentano l’epoca classica, mentre l’Ottocento viene introdotto da alcune opere su carta di Hayez e di Fattori. 

L’ “Autoritratto” di Segantini apre la sezione dedicata al Novecento in cui sono esposti i disegni di Boccioni, Modigliani, Carrà, Morandi, Sironi, Giacometti, Licini, le opere delle avanguardie storiche per concludere con la linea grafica espressione dell’ultimo secolo. La mostra, infine, vuole svelare al pubblico la varietà di azioni che ruotavano attorno al disegno, che poteva rappresentare una prova per entrare a contratto in una bottega oppure poteva divenire cartone preparatorio ripetibile per altre pitture. Utilizzati spesso anche sul retro per schizzi e prove mai esposti al pubblico, molti disegni venivano rielaborati anche ad opera conclusa acquistando una vita autonoma rispetto alla pittura. 

@Stefania Cappelletti

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