Abderrahmane Sissako. Cinema Africano allo Spazio Oberdan

Lo Spazio Oberdan il prossimo 6 giugno dedicata una giornata al regista Abderrahmane Sissako, uno dei maestri del cinema africano, autore di opere in cui ricerca estetica e impegno civile si fondono in un insieme di forte incisività espressiva. 

Ecco la programmazione: 

Sabato 6 giugno (h 17 e h 21.15) Timbuktu R.: Abderrahmane Sissako. Sc.: A. Sissako, Kessen Tall. Int.: Ibrahim Ahmed, Abel Jafri, Hichem Yacoubi, Toulou Kiki, Kettly Noel. Francia/Mauritania, 2014, 97’.

Non lontano da Timbuktu, ora governata dai fondamentalisti islamici, Kidane vive pacificamente tra le dune con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastore 12enne Issan. In città, la gente soffre impotente per il regime di terrore imposto dai jihadisti, determinati a controllare la loro fede. Tutto è stato bandito: la musica, le risate, le sigarette, persino il gioco del calcio; le donne sono diventate le ombre, ma continuano a resistere con dignità. Ogni giorno, nei nuovi, improvvisati tribunali vengono emesse tragiche e assurde sentenze. A Kidane e alla sua famiglia tutto questo finora è stato risparmiato, ma il loro destino cambia quando lui uccide accidentalmente Amadou, il pescatore che ha macellato "GPS", la sua amata mucca. Kidane, infatti, dovrà vedersela con le nuove leggi degli occupanti stranieri. 

Sabato 6 giugno (h 15 e h 19) Aspettando la felicità R. e sc.: Abderrahmane Sissako. Int.: Khatra Ould Abder Kader, Mohamed Mahmoud Ould Mohamed, Nana Diakite, Makafing dabo. Francia/Mauritania, 2002, 95’. 

A Nouhadhibou, un piccolo villaggio sulle coste della Mauritania, il diciassettenne Abdallah si reca a far visita alla madre prima di provare ad emigrare verso le coste europee. Incapace, tuttavia, di parlare il dialetto dei suoi compaesani, il giovane si ritrova praticamente straniero in casa propria. Nonostante ciò, e nonostante sia ormai prossimo alla partenza, Abdallah resta, poco alla volta, affascinato da questo mondo: dai suoi colori, dalle sue consuetudini, dalle sofferenze della giovane e sensuale Nana, dal romantico karaoke inscenato da un giovane immigrato cinese e dalle frustazioni del vecchio Maata, sempre più insofferente verso i vecchi impianti elettrici.

@Redazione

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