I Cimeli della Turandot al Museo della Scala


In occasione della rappresentazione della Turandot al Teatro alla Scala che il primo maggio ha inaugurato l’inizio dell’Expo, fino al 30 giugno sarà possibile visitare la mostra allestita al Museo della Scala che espone una rassegna di tesori dal debutto dell’opera del 1926. 

L’opera di Puccini, infatti, venne messa in scena per la prima volta alla Scala nel 1926, diretta da Arturo Toscanini. 

L’edizione  diretta da Chailly è la ventottesima. 



La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Ricordi, ripercorre la storia delle diverse edizioni della Turandot attraverso una raccolta ricchissima di partiture, schizzi, costumi, bozzetti, manifesti.



Si potrà ammirare il meraviglioso costume indossato, nell’aprile del 1935, dal celebre soprano Gina Cigna, restaurato per l’occasione dalla Sartoria della Scala.

Favoloso richiamo alla Cina è anche il manto, su cui si stende un dragone dorato, indossato nella rappresentazione del 1958 da Birgit Nilsson, incredibilmente sfarzoso e lunghissimo, tanto da coprire l’intera scalinata del palazzo imperiale costruita nella scenografia.

Dall’Archivio Ricordi, per la prima volta esposti al pubblico, arrivano la carta autografata dell’aria “Nessun dorma” e una pagina degli schizzi finali di Puccini.

Oltre a questo, troviamo il finale del terzo atto composto da Luciano Berio che verrà eseguito da Chailly in questa nuova versione. 

Non poteva mancare nell’esposizione il famosissimo manifesto disegnato da Leopoldo Metlicovitz per lo spettacolo del 1926, in cui Turandot appare coperta di giada, con la bocca rossa a cuore, lo sguardo da “femme fatale”.

@Stefania Cappelletti

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