La Tenerezza di Timo Bortolotti a Villa Necchi Campiglio

Fino al 6 settembre la Villa Necchi Campiglio ospita la mostra “Timo Bortolotti. La tenerezza della scultura”, prima rassegna milanese dedicata allo scultore bresciano, curata da Elena Pontiggia. 

Nel percorso espositivo sono presenti alcuni dei principali capolavori di Bortolotti, con una particolare attenzione per quelle realizzate nel periodo tra le due guerre, quando lo scultore si avvicinò al nuovo classicismo del Novecento italiano concentrandosi sulla rappresentazione di soggetti in età infantile. 

La retrospettiva raccoglie una quarantina di opere, oltre a documenti e disegni, tra cui anche l’opera “Treccine bionde” vincitrice del Grand Prix dell’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937, insieme a “San Giovannino”, “Nudo di giovinetta” e “Grazia col golfino”. 

La mostra è stata resa possibile anche grazie alle donazioni compiute dai nipoti di Bortolotti, i fratelli Rinaldini e Claudia Gian Ferrari, gallerista milanese che ha lasciato a Villa Necchi Campigli gran parte delle sue opere, tra cui “La canzone marinare”, che rappresenta la mamma. 

Attraverso le sue opere si evince il grande lavoro compiuto da Bortolotti nella ricerca di una delicata introspezione psicologica dei soggetti, spesso caratterizzati da una commovente tenerezza colta nella beatitudine del volto di un neonato che dorme o nello stupore di un bimbo di pochi anni, nell’amore di un abbraccio materno; istanti che racchiudono anche la leggerezza delle risate dell’infanzia e lo sbocciare della grazia nell’età dell’adolescenza. 

@Stefania Cappelletti

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