In Capo al Mondo. Al Teatro Libero la Storia di Walter Bonatti

La straordinaria avventura umana di Walter Bonatti, la montagna, le esplorazioni, la fotografia, rivivono sul palcoscenico del Teatro Libero dal 5 al 10 novembre.


Parole (Luca Radaelli) e musica (Maurizio Aliffi alla chitarra) accompagnano lo spettatore in un universo onirico e avventuroso, che riporta alla memoria figure epiche della letteratura di viaggio, raccontando la storia di un uomo e della sua personale visione del mondo.

Note di regia:

Lecco, la città dove sono nato, è una delle capitali mondiali dell’alpinismo. A Lecco tutti vanno in montagna, parlano di montagna. Io amo la montagna, ma ho scelto di occuparmi di teatro. Qual è il nesso? 

Come diceva Carlo Mauri, un grande alpinista lecchese: “l’avventura, l’amore e l’arte sono le tre cose che ti fanno battere il cuore”. 

Racconterò l’epoca degli alpinisti pionieri, priva di grandi sponsor e di grandi mezzi tecnologici. Racconterò le grandi scalate del Dru, del Cervino, del Gasherbrun IV, i successi internazionali così come le sconfitte: la tragedia del Monte Bianco, e quella sfiorata del K2. Il passaggio dall’esplorazione in verticale a quella in orizzontale, nel vasto mondo. La celebrità, l’amore, la morte.

Dietro Walter Bonatti non ci sono solo le leggendarie imprese alpinistiche, né le celebri esplorazioni condotte per Epoca, dietro Bonatti c’è una filosofia di vita. C’è la volontà di arrivare alla meta senza compromessi, in un confronto leale con la Natura. C’è la curiosità, la voglia di conoscere, quella che condusse Ulisse oltre le colonne d’Ercole. C’è l’umiltà di confrontarsi con culture diverse dalla nostra, magari da noi considerate arretrate e invece più sagge perché in armonia con gli elementi naturali. C’è un grande senso della giustizia, quello che portò Bonatti a lottare per cinquant’anni, ostinatamente, per ristabilire la verità sulla spedizione del K2. 

Perché sono gli uomini a incrinare l’armonia del mondo, con le invidie, le falsità, gli opportunismi. L’ideale di Bonatti è invece un ideale di purezza.

@Redazione

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