Un Tribunale Infernale al Teatro della Contraddizione

Dal 14 al 17 gennaio al Teatro della Contraddizione la Compagnia Odemà porta in scena “Mea culpa. Ovvero della Giurìa e dell’Ingiùria”. 

Lo spettacolo nasce dalla lettura del libro del premio Nobel Josè SaramagoMea Culpa", ed è il secondo atto di una trilogia che la compagnia teatrale, già con “A tua immagine”, ha scelto di rappresentare per affrontare e indagare i principi del potere e le contraddizioni dell’Uomo, attraverso la riflessione su temi di carattere apparentemente religioso, come interrogarsi su Caino e Abele. 

L’azione si svolge nel atrio di una prigione infernale trasformata per l’occasione in un tribunale, presieduto da un dio Donna. C’è un Uomo, in attesa del suo verdetto; l’Altro è la vittima, non si sa se di un delitto già commesso o che ancora deve avvenire. Il pubblico diviene Giuria involontaria di questo processo. A osservare la scena, superiore a tutti, l’Altissimo Giudice Supremo. 

Il processo si svolge in due atti. 

I tre lottano, ognuno difende la propria ragione e cerca di far prevalere la propria concezione di giustizia umana. Dal basso è un continuo accusarsi reciprocamente, scontrarsi e ingannarsi. Il processo al presunto colpevole diviene un processo a Giudice e al suo nome… un’Ingiùria che si protrae da un passato storicamente incerto ad un presente dal sapore antico. Ma ancora più in basso, afflitta da un dolore maggiore, c’è la Giurìa che, per soddisfare la sua istintiva volontà di giudicare, condannare e uccidere, si erge a Dio. 

Il secondo atto si consuma al cospetto di tre personaggi altolocati: Gesù, Dio e il diavolo. 

Gesù è venuto a chiedere conto al padre su quali siano i suoi doveri e quali i privilegi derivanti dall’essere suo figlio. Il secondo, Dio, tergiversa davanti alle questioni avanzate dal figlio. Il diavolo, che partecipa convinto di poter trarre dei vantaggi dalla situazione, cerca di fare appello alla Giurìa in un modo a tratti triste e a tratti ironico. 

Sul palco il regista Enrico Ballardini, Giulia D’Imperio e Davide Gorla

@Stefania Cappelletti

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