Il Simbolismo in Mostra a Palazzo Reale

Dal 3 febbraio al 5 giugno Palazzo Reale ospita la mostra “Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Epoque alla Grande Guerra”. 

La mostra si dipana per 24 sale, 21 sezioni tematiche, e permette di mettere a confronto, per la prima volta, l’arte dei simbolisti italiani con quella dei simbolisti stranieri grazie alla visione di oltre 150 opere tra quadri, sculture e un’eccezionale selezione di grafica. 

Pur nelle diverse accezioni in cui si è manifestato in Europa, dall’Inghilterra alla Francia, dal Belgio ai paesi nordici, dall’Austria all’Italia, il Simbolismo ha sempre mantenuto un aspetto in comune: l’esaltazione dei Miti e dei temi universali come la vita e la morte, l’amore e il peccato, la ricerca dei misteri della natura e del significato dell’esistenza umana. 

L’esposizione dà la possibilità di ammirare alcuni dei più significativi capolavori del simbolismo europeo mai visti in Italia: “Carezze (L’Arte)” opera di Fernand Khnopff che raffigura la straordinaria donna/ghepardo, il quadro di Jean Delville che ritrae la testa di Orfeo che galleggia sull’acqua, “L’eletto” di Ferdinand Hodler, “Il silenzio della foresta” di Arnold Böcklin. Una delle sezioni più scenografiche della mostra è composta dalle sale dedicate alla Biennale del 1907 in cui le opere italiane si confrontano con quelle che vennero esposte alle grandi mostre della Secessione di Berlino e di Vienna; presente Giulio Aristide Sartorio con il suo imponente ciclo pittorico “Il poema della vita umana”. 

La mostra riesce a ricostruire le atmosfere oniriche che i simbolisti desideravano raggiungere per superare le apparenze: accompagnato dalle poesie di Baudelaire, tratte dalla raccolta “I fiori del Male”, il visitatore attraverserà l’esposizione passando dalle rappresentazioni demoniache di Odillon Redon, ai miti di Gustave Moreau, al vitalismo di Ferdinand Hodler fino al colorismo dei Nabis

Potrà ammirare le visioni dell’amore di Giovanni Segantini, l’immaginario divisionista di Gaetano Previati e le decorazioni di Galileo Chini, riscoprendo anche alcuni nomi meno conosciuti come Luigi Bonazza, seguace di Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk e gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi

A chiudere la mostra il fantastico ciclo decorativo di Zecchin, realizzato alla vigilia della Grande Guerra, che rappresenta le “Mille e una notte”. 

@Stefania Cappelletti

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