Il Movimento Hippy a Milano allo Spazio Oberdan

Fino al 1° maggio lo Spazio Oberdan ha in programma “Prima che la vita cambi noi”, film di Felice Pesoli che ha riscosso un grande successo nell’anteprima al festival “Il cinema italiano visto da Milano”. 

Un’accurata selezione di filmati storici, fotografie, racconti e ricordi del periodo ’66-’74, normalmente ricollegato ai drammatici anni di piombo. 

Pesoli ci mostra invece un mondo vivo, popolato da ragazzi che sono scappati di casa, capelloni scontenti della società che li circondava e che non li rappresentava in nulla. 

Nel febbraio 1967 il prefetto di Milano scrive: «Hanno fatto la loro apparizione in modo sempre crescente i giovani, i cosiddetti “capelloni”. (…) Il loro orientamento politico è in prevalenza anarchico libertario, altri si ispirano alla non violenza, all’obiezione di coscienza. Dichiarano di operare con il loro cervello contro tutte le forme di paternalismo borghese, rifiutano la famiglia con tutte le sue costrizioni e repressioni sessuali». 

Vendevano Mondo Beat e Re Nudo ai bordi delle strade, organizzando raduni pop, sperimentando la vita nelle comuni, con il sogno di cambiare il mondo. 

I giovani scoprono e diffondono lo yoga, ma anche le droghe, la libertà sessuale, e partono per viaggi estremi alla scoperta di mondi sconosciuti, da Milano all’India. 

Tra le testimonianze raccolte ci sono anche alcuni personaggi di spicco come Eugenio Finardi, Andrea Majid Valcarenghi, Claudio Rocchi, e tanti amici di Pesoli che quegli anni vissuti così intensamente non li hanno mai dimenticati. 

Il film fa luce sull’altra faccia della medaglia del ’68, quella che rifiutava la violenza e che sostituì il marxismo con la beat generation o il movimento beat. 

@Stefania Cappelletti

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